Per il numero di luglio di SEI magazine ho curato la storia di copertina con una bella intervista a Francesco Renga, impegnato in un lungo live tour estivo e pronto a rimettersi in gioco con la sua straordinaria voce
Un artista poliedrico che celebra la sua carriera con il primo album live e un tour estivo nelle più belle piazze d’Italia tra energia, nuove sfide e tutti gli infiniti nomi dell’amore
Pop, melodia e rock, aperture orchestrali e lei, la voce.
Quella di Francesco Renga è senza dubbio una delle più amate del panorama musicale italiano (e non solo), capace di conquistare diametralmente un vasto pubblico, con altezze e intensità senza eguali tra successi, album e tour.
E proprio in occasione del suo “Scriverò il Tuo Nome live” l’ho incontrato per la cover story di SEI magazine: sorriso abbagliante, occhi sinceri e voce impareggiabile, anche quando ci racconta del suo brillante e denso percorso in musica.
Intervista a Francesco Renga
Sì perché Renga, udinese di nascita e bresciano d’adozione (arrivò con la famiglia nel 1970 – ndr), alla vigilia dei 50 anni si sta regalando un tour che profuma di celebrazione di una carriera unica nel suo genere, nata quando, appena 15enne, partecipò con alcuni compagni di scuola ad un contest per band emergenti: «La mia prima volta sul palco fu al Cinema Pace di Brescia, in occasione di uno splendido concorso che metteva in competizione tra loro le più interessanti giovani band degli istituti superiori cittadini. Ci trovavamo lì ogni sabato per gareggiare e, alla fine, vinsi con la mia band dell’epoca, i Precious Time»
Ovvero il gruppo che poi avrebbe cambiato nome in Timoria, diventando uno dei più amati del panorama rock italiano degli anni ’90.
«Fondamentalmente tutto è nato per la voglia di condividere con gli altri la mia stessa passione. Ho sempre pensato, inoltre, che l’arte sia la vera possibilità di raccontarsi, e per me, in particolare, tutto è filtrato grazie e attraverso la musica»
Francesco e i Timoria escono presto dai confini cittadini intraprendendo un’avventurosa scalata nel mondo della musica con la PolyGram che «era l’etichetta di grandi nomi del rock internazionale, e non ci sembrava vero», tra centinaia di concerti europei, 7 album e, nel 1991, il Premio della Critica al Festival di Sanremo con “L’Uomo che Ride”.
Il resto della mia intervista a Francesco Renga qui: